Ogni anno quasi tutto il mondo si colora di passione per la festa di San Valentino. La data del 14 febbraio è la più apprezzata dalle coppie, che in questa occasione si scambiano doni ed effusioni.
In Sicilia siamo maestri di doni e prelibatezze e le nostre usanze prescindono feste annuali. Da noi l’amore è una cosa seria, al punto da ricorrere in usi e costumi consolidati nel corso dei secoli.
Scopriamo insieme come viene celebrato l’amore in Sicilia!
San Valentino: cenni storici
San Valentino è conosciuto come una festa commerciale, ma le celebrazioni dedicate all’amore esistono dall’alba dei tempi. Basta pensare ai lupercalia pagani, che prevedevano anche il sacrificio di animali per favorire la fertilità. La festa che tutti conosciamo nasce per volontà di Papa Gelasio I, che la istituisce nel 496 D.C. per ostacolare la diffusione di festività non cristiane.
La scelta di San Valentino non è casuale. Nato a Terni nel 176 D.C., Valentino fu un vescovo romano che morì a Roma il 14 febbraio del 347 come martire cristiano. Alla figura di San Valentino sono attribuite varie leggende che lo vedono come protagonista di risoluzioni di stampo amoroso.
Secondo un primo racconto, San Valentino fu martirizzato perché celebrò il matrimonio tra una giovane cristiana ed un pagano. Una seconda vicenda, invece, racconta come lui donò ad una coppia di fidanzati una rosa, nel tentativo di riappacificarli da una lite in corso. Un’altra storia ancora racconta come San Valentino aiutò una ragazza senza dote a sposarsi, donandole la somma di denaro necessaria per il matrimonio.
Nel corso dei secoli, questa festa ha continuato a far innamorare il mondo. Le tradizioni legate all’amore sono molteplici e in questo giorno speciale risplendono al meglio.
Anche in Sicilia, San valentino è una delle feste più apprezzate. La cosa che più affascina è la tradizione culinaria: i prodotti tipici di questo periodo fanno riferimento ai momenti della vita relazionale, come fidanzamenti e promesse di matrimonio.
L’amore in Sicilia
L’amore in Sicilia viene celebrato con usanze e dolci tipici, che ogni provincia prepara con gioia e dedizione.
A Ragusa, ad esempio, già nell’800 vi era una tradizione peculiare. La domenica, i giovani ragusani passeggiavano nei pressi della chiesa di San Giacomo per cercare di conquistare una fanciulla. Se riuscivano nel loro intento, gli incontri successivi si spostavano nel punto più suggestivo del vicino viale, ma solo se il tempo lo permetteva.
Le fanciulle, nell’attesa del corteggiatore, erano solite condividere i cutumedi, dei dolci locali a forma di ciambella aromatizzati al miele. Altri dolci da gustare erano le parmette, chiamati così per la loro forma che richiamava quella della palmetta.
Le chiavi di San Pietro sono dei biscotti palermitani preparati in occasione della festa del santo, che ricorre nel mese di giugno. Sono dolci realizzati con farina di mandorle e miele, tagliati a forma di chiave e decorati con confettini di zucchero. Durante la festa di San Pietro, l’usanza vuole che i fidanzati e i neo sposini si regalino queste chiavi dolci. Quando il dolce viene spezzato per mangiarlo, la parte più grande è donata al marito da parte della moglie. Le chiavi di San Pietro simboleggiano, inoltre, la speranza che i due innamorati possano incontrarsi nuovamente in paradiso.
I biscotti d’a zita sono tipici della provincia di Trapani. In passato si preparavano solo in occasione dei ricevimenti nuziali. Il modo più gustoso per mangiarli è inzuppandoli nel vino.
Per concludere, non possiamo non nominare uno dei dolci più amati: le minnule agghiazzati. Si tratta di mandorle ricoperte di zucchero, servite rigorosamente con un cucchiaio d’argento agli invitati ai matrimoni.