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Storia delle arance siciliane: il tesoro della grande isola

Un amore che dura da secoli quello tra la Sicilia e i suoi agrumi. Le arance siciliane sono conosciute e osannate in tutto il mondo.

Fenici, greci, bizantini, arabi, normanni, aragonesi, Borboni: diverse sono state le dominazioni che hanno lasciato un’impronta nell’isola più grande del Mediterraneo.

Nonostante le diverse dominazioni, la Sicilia ha mantenuto nei secoli le tradizioni e la spiritualità di un popolo diversificato, ma uniforme. Le arance siciliane rientrano tra le leggende e le tradizioni di un’isola ricca di storia.
L’incanto della Sicilia è la peculiare diversità della sua essenza: dal mare al vulcano, dalle pianure alle colline, dall’architettura all’arte culinaria.

Chi ha importato le arance siciliane in Europa?

Secondo alcune testimonianze, le arance sarebbero arrivate in Europa durante il XIV secolo. Merito dei mercanti portoghesi che, grazie alla loro capacità di navigazione, collegavano l’Europa, la Cina e il Sud-Est Asiatico.
Un’altra teoria ci catapulta in tempi più remoti, quando il mondo arabo approdò nelle terre siciliane portando con sé le sue colture. Queste teorie trovano fondamento fondendosi in un’unica storia.

È praticamente certo che l’arancia fosse già presente in Asia e Africa, che l’arrivo della dominazione araba sia conciso con la loro diffusione e che i portoghesi lo esportarono in buona parte d’Europa.

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Origini linguistiche dell’arancia in Italia

Curiose sono le origini linguistiche legate al rosso agrume siciliano. L’arancia viene anche denominata “portogalli”, probabilmente è legata al termine greco “portocali”. Non a caso, in alcune aree dell’isola, vengono definite “partuali” o “partajalli”.

Esiste comunque un’assonanza con i termini dialettali di altre regioni dello stivale. In Calabria, Campania e Puglia prendono il nome di “purtualli”, in Piemonte diventano “portugaj”, in bergamasco “portügàl”, a Ferrara si trasformano in “portogàl”, sino ad arrivare nel Salento “portacallu”.

L’arrivo dell’arancia in Sicilia

Non è semplice riuscire a ricostruire un percorso lineare o un ordine cronologico, mediante il quale si possa conferire una data di arrivo delle arance siciliane. L’unica certezza è che la loro presenza è antica tanto quanto la storia dell’isola.

Nella villa del Casale di Piazza Armerina, comune dell’ennese, un mosaico testimonia la presenza in Sicilia del cedro già nel periodo imperiale romano.

Il Citrus aurantius, comunemente conosciuta come arancia amara, fu portata dagli arabi nel VII secolo.

L’arancia bionda veniva utilizzata principalmente come ornamento, difatti era presenta all’interno dei vasti giardini nobiliari.

L’arancia rossa, o aurantiumiudicum, venne introdotta da un missionario genovese, intorno al 1646.

Solo intorno al XIX secolo, le arance rosse siciliane conquistarono un ruolo primario all’interno del sistema economico siciliano. Primato che si prolunga sino ai nostri giorni.

Più del 50% delle arance siciliane sono prodotte nelle province di Catania, Agrigento e Siracusa

Gran parte del territorio siciliano è ricoperto da aranceti, inebriando l’aria dal singolare profumo di zagara.

Larrivo dellarancia in Sicilia

La coltivazione dell’arancia rossa si concentra principalmente nella parte orientale del’isola, nei territori limitrofi al grande vulcano attivo, l’Etna.
Oggi, l’isola più grande del Mediterraneo possiede ben 85.000 ettari di aranceti, corrispondente al 60% circa dell’intera coltivazione nazionale. Ben 16 milioni di quintali di arance vengono prodotte annualmente.

Leggi anche: Scorze di arancie candite ricetta siciliana

La tipologia del terreno, il clima e le favorevoli escursioni termiche donano alle arance siciliane la pigmentazione rossa. Gli antociani, pigmenti vegetali idrosolubili, sono i responsabili del singolare colore, rosso come il fuoco dell’Etna.

E’ proprio grazie al particolare pigmento dell’arancia rossa di Sicilia che viene protetta dal marchio IGP, attribuendo proprio all’aerea geografica la qualità del frutto.

Una produzione che rimane legata ad antiche tradizioni, a mani sapienti e all’orgoglio di poter donare dei frutti che sono l’emblema di un’isola che è Madre.

Lasciati trasportare dai profumi dei fiori bianchi della Zagara, dal sapore deciso delle arance rosse, riscoprendo antiche tradizioni e storie che si tramandano di generazione in generazione.

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- La Sicilia a tavola -

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