Quello appena passato è stato un anno allarmante per il clima. Eventi climatici estremi ed anomalie si susseguono, facendo registrare nuovi record; ricordiamo i quasi 50° in Canada nel periodo estivo o i 38° della Siberia, eventi straordinari che hanno messo in allarme attivisti e opinione pubblica.
Questi segnali preoccupanti ci dicono che è necessaria una rieducazione dei comportamenti e delle abitudini di noi cittadini. Non possiamo più attendere oltre, bisogna attuare politiche volte a convertire rapidamente il nostro sistema produttivo e industriale. I prossimi 10 anni saranno decisivi per poter dare un contributo significativo per la salvaguardia del nostro pianeta.
Dal 2007 il WWF ha indetto l’Ora della terra – Earth Hour. Una grande giornata di mobilitazione generale che per vincere la sfida climatica e celebrare la bellezza del nostro Pianeta. Un invito a riflettere sull’importanza delle nostre scelte per la salvaguardia della natura e la lotta alla crisi climatica.
La prima giornata si è tenuta a Sidney, dove spensero le luci, come gesto simbolico. Da quel momento in tutto il mondo durante l’Ora della terra le istituzioni hanno deciso di rispondere spegnendo per un’ora piazze, strade e monumenti. Simboli come il Colosseo e tanti altri in giro per il globo dalle 20:30 rimarranno al buio per un’ora, per dimostrare che uniti si può fare la differenza.
L’Ora della Terra ad oggi è la più grande manifestazione globale per la salvaguardia del nostro Pianeta.
La mobilitazione per il clima inizia già negli anni ’90
Oltre l’Ora della terra in questi anni abbiamo visto grandi manifestazioni in giro per il mondo di tanti gruppi di attivisti. A fare notizia è stata Greta Thumberg, che della lotta per la salvaguardia del pianeta ne ha fatto la sua missione.
Ripercorrendo la storia della lotta al cambiamento climatico ricordiamo diversi interventi prima di Greta presso le istituzioni internazionali, purtroppo andati a vuoto. Tra questi quello di Severn Suzuki nel 1992, la ragazzina che zittì il mondo alla prima conferenza mondiale sull’ambiente, con queste parole:
Non sapete come si fa a riparare i buchi nello strato di ozono, non sapete come riportare indietro i salmoni in un fiume inquinato, non sapete come si fa a far ritornare in vita una specie animale estinta, non potete far tornare le foreste che un tempo crescevano dove ora c’è un deserto. Se non sapete come fare a riparare tutto questo, per favore smettete di distruggerlo.
Era il 1995 l’anno in cui si tenne la prima Conferenza delle parti della Convezione Onu sul climate change (UNFCCC). Si può definire il primo trattato ambientale internazionale ad occuparsi del riscaldamento globale.
Che cos’è la COP e quando nasce
La Convenzione è conosciuta anche come Accordo di Rio, dal momento che deve la sua nascita allo storico Summit per la Terra di Rio de Janeiro, nel 1992.
1995 – Cop1 Berlino
Durante la prima COP i delegati degli Stati hanno stabilito che gli impegni sottolineati dalla Convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici non fossero adeguati ai paesi industrializzati. Al termine sono stati istituiti due organismi: l’Sbsta e l’Sbi. Il primo ha il compito di elaborare gli aspetti tecnici e scientifici per i negoziati, il secondo di monitorare il comportamento degli Stati.
1997 – Cop3 Kyoto
Dopo due anni arriva la vera svolta politica con l’approvazione del “Protocollo di Kyoto”. Considerato il primo vero trattato al mondo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Gli Stati Uniti furono i primi oppositori delle limitazioni alla produzione di CO2 e si rifiutarono tassativamente di ratificare.
La riduzione globale media deve essere pari al 5 per cento entro il periodo 2008-2012, rispetto ai livelli che si sono registrati del 1990. Il Canada nel 2011 ci ripensa ed esce dal protocollo, proprio allo scadere del tempo massimo.
2007- Cop13 Bali
Nel “Bali Action Plan”, il documento conclusivo della COP13, le parti stabiliscono, anche a seguito delle maggiori certezze degli effetti antropici sul sistema clima, di accelerare le trattative per arrivare, entro il 2009, alla definizione di impegni vincolanti globali.
Il suo scopo avrebbe dovuto comprendere un aumento degli obblighi di riduzione della CO2 dei paesi ricchi e l’inclusione delle economie emergenti come Cina, India e Brasile, finora senza alcun vincolo.
2009- Cop15 Copenhagen
Nasce sotto grandi aspettative ma troverà un muro invalicabile. I capi di Stato riuscirono a mettersi d’accordo sulla necessità di evitare il superamento della soglia dei 2°C delle temperature del pianeta. Inoltre è stato istituito un fondo verde per il clima, ovvero un impegno finanziario da parte dei paesi industrializzati nei confronti delle nazioni più povere.
Tuttavia l’intesa è stata raggiunta solo dai capi di Stato e non ha ottenuto il consenso unanime dei negoziatori, necessario per l’adozione formale. La Conferenza delle parti ha preso nota di questo impegno tuttavia non ha diventato vincolante per le parti.
Durante questa conferenza generale a risuonare furono le dichiarazioni di Hugo Chavez, l’allora Presidente del Venezuela. Il quale si scagliò senza mezzi termini contro i suoi colleghi europei e nord americani accusandoli di incuria: “Se il clima fosse una banca l’avrebbero salvato”.
Quale futuro attende il nostro pianeta
Fino al 2020, nessun grande risultato, nessun miglioramento per la salvaguardia del nostro pianeta. Per trovare un accordo degno di nota bisogna aspettare la Cop 21 di Parigi dove fu firmato un patto globale e condiviso.
Il futuro resta ancora molto incerto, soprattutto adesso dove per via della situazione delicata in Ucraina il mondo il mondo ha assunto altre priorità.
Tocca a noi continuare a ricordare che se vogliamo ancora salvare questo pianeta dobbiamo tutti fare la nostra parte, il benessere del pianeta deve essere più importante dei beceri interessi economici.